Che cosa può essere più importante, per un’amministrazione, della crescita umana e sociale dei bambini garantita dall’istruzione scolastica? Riteniamo che, accanto ai servizi sociali e sanitari rivolti all’intera popolazione, l’istruzione debba rappresentare una delle priorità assolute e indiscutibili.
Per questo ci chiediamo perché l’amministrazione di Zogno la collochi sullo stesso piano di un servizio pur importante come i trasporti, ma che certamente non può essere considerato di pari livello rispetto alla scuola traslando fondi, già impegnati, dal capitolo istruzione scolastica al capitolo trasporti scolastici?
Veniamo dunque ai fatti. L’Istituto comprensivo di Zogno si è visto decurtare di 5.000 euro il già esiguo contributo comunale al diritto allo studio, pari a soli 32.000 euro per il 2025. La motivazione fornita per questo taglio riguarda la necessità di coprire un presunto aumento dei costi del trasporto scolastico, dovuto al nuovo orario introdotto dalla dirigenza scolastica.
Sconcertante è il fatto che, nonostante questo aumento sia stato successivamente smentito, i 5.000 euro siano comunque stati sottratti al diritto allo studio, equiparando di fatto i bisogni educativi dei nostri bambini alle corse degli autobus.
Siamo intervenuti, come hanno fatto anche le istituzioni scolastiche e molti genitori, per chiedere chiarimenti, e le motivazioni ricevute hanno confermato che tutto ruotava attorno ai trasporti.
Sulla scelta di questa amministrazione vorremmo porre alcune considerazioni:
- Esistono molte altre voci di spesa comunali nelle quali sarebbe possibile recuperare 5.000 euro senza penalizzare il diritto allo studio. Non abbiamo però riscontrato questa volontà.
- Manca un dialogo reale e costruttivo tra amministrazione e istituzioni scolastiche: si agisce per iniziative non condivise.
- Si prendono decisioni prima e se ne verifica la sostenibilità dopo, quando il buon senso suggerirebbe il percorso inverso.
- È davvero certo che i costi del trasporto aumenteranno? Da più fonti emerge invece che il nuovo orario potrebbe portare a un risparmio.
Ricordiamo che le scelte educative delle istituzioni scolastiche sono autonome; al Comune spetta soltanto garantirne la fattibilità attraverso servizi e infrastrutture adeguate, perché all’ora si trovano cavilli come i trasporti per non accettare il nuovo orario scolastico promosso dagli organi scolastici e dalle famiglie?
Ci chiediamo allora perché non si cerchi un confronto con la scuola prima di prendere decisioni che incidono direttamente sulla didattica e sui fondi dedicati, come nel caso del diritto allo studio previsto a bilancio in misura già insufficiente (32.000 euro) e poi ridotto a 27.000 con una scelta unilaterale.
Dopo aver creato confusione tra operatori scolastici, famiglie e studenti, l’amministrazione ha infine fatto marcia indietro, senza fornire spiegazioni chiare che chiederemo.
A questo punto chiediamo: se il nuovo orario scolastico non ha comportato aumenti nei costi dei trasporti, ha forse generato dei risparmi? In tal caso, chiediamo che tali somme vengano reinvestite nell’incremento del fondo per il diritto allo studio.
A sostegno di queste richieste abbiamo predisposto un’interrogazione che presenteremo nel prossimo Consiglio comunale.
Questa, per noi, è politica al servizio dei cittadini. Tutto il resto è mero calcolo finanziario.
